Come mantenere l’erezione e non rischiare di perderla

Un uomo che si ritrova a vivere un incontro sessuale con la propria partner desidera che il proprio pene conservi la sua caratteristica di rigidità per tutta la durata del rapporto, tuttavia può succedere di incappare in situazioni di problema d’erezione che rendono impraticabile l’azione penetrativa in quanto l’organo risulta flaccido.

In questo approfondimento cercheremo di fornire i motivi per i quali il pene non risulta costantemente indurito durante o in approccio alla pratica sessuale e, soprattutto, i rimedi che consentono di raggiungere e di mantenere un’erezione corretta per vivere un rapporto intimo che sia appagante per l’uno e per l’altra.

Per quanto concerne la sua struttura, il pene è costituito da due corpi cavernosi cilindrici al di sotto dei quali si colloca il corpo spongioso che contiene il canale dell’uretra, da cui sgorgano l’urina e lo sperma. L’estremità dell’organo riproduttore maschile prende il nome di glande.

La condizione di durezza non avviene in automatico, cioè la sola volontà del soggetto non è sufficiente: essa è possibile a patto che l’uomo sia mentalmente eccitato al punto giusto, al fine di incoraggiare il cervello a produrre ed inviare una commistione di segnali neuronali verso l’area dei genitali, dove consente il rilassamento della muscolatura liscia.

Questo processo determina l’ingresso del flusso sanguigno nei corpi cavernosi, che lo assimilano avviando l’incremento del volume e della durezza dell’asta del pene.

Il concetto da ribadire è che il fenomeno dell’erezione non è meccanico, ma parte dal cervello e dalle emozioni del soggetto.

È fondamentale, dunque, che l’amatore presenti approcci psicologici ed emotivi consoni alla sessualità, come:

  • Sicurezza interiore e fiducia in se stesso;
  • Mancanza di perplessità e di paure;
  • Libidine e piacere sessuale;
  • Eccitazione psicologica.

Queste sono condizioni imprescindibili per la buona riuscita dell’erezione, ovvero per conseguire concretamente la possibilità che il pene raggiunga il suo status allungato e indurito.

A tal proposito è curioso ed opportuno segnalare un dato riscontrato dall’associazione di andrologi e urologi, secondo cui, benchè non ci siano dati ufficiali né standard ben precisi, quando il pene raggiunge l’eccitazione si allunga in media dai 6-10 cm di quand’è in flaccidità ai 12-17 cm di quando arriva in erezione, per un diametro rispettivo di circa 3 e circa 4 cm.

La durata temporale dello stato erettile si aggira attorno ai 15-20 minuti nei più adulti, prossima o di poco superiore ai 40 minuti nei più giovani.

Ritornando al discorso delle cause che provocano il flop e inibiscono l’indurimento del pene, si parla di “disfunzione erettile”, che si configura come il disturbo sessuale maggiormente comune nella popolazione maschile in quanto si caratterizza per l’impossibilità di produrre o di mantenere a lungo l’erezione.

La matrice delle circostanze che cagionano tale disfunzione può essere sia fisica che psicologica:

  • È fisica quando, dopo essersi sottoposti ad esami clinici presso gli specialisti urologi o andrologi, si appura un problema di salute che interessa direttamente l’organo riproduttore oppure la presenza di altre patologie che indirettamente hanno ripercussioni sulla regolare funzionalità del pene;
  • È psicologica quando il soggetto si costruisce degli stati mentali disfunzionali che inibiscono la sua eccitabilità e, di conseguenza, impediscono l’avvio del meccanismo psico-fisico suddetto che culmina nell’erezione del pene.

Qui ci concentreremo su quest’ultimo aspetto, che è la causa principale del disturbo di disfunzione erettile e che, nello specifico, prende il nome di “ansia da prestazione sessuale”.

Fra le condizioni psicogene più comuni annoveriamo i seguenti stati emotivi che destabilizzano la serenità e l’umore dell’amatore prima o durante il rapporto, limitandolo o addirittura annullandolo nella possibilità di ricevere e di dare piacere:

  • Timore di deludere la partner;
  • Insicurezza, sfiducia in sé, agitazione mentale;
  • Perplessità e dubbi circa la propria erezione;
  • Paura di essere messo in confronto con altri o di essere giudicato male.

Uno stato d’animo così compromesso dinanzi ad una situazione potenzialmente bella e piacevole qual è o dovrebbe essere l’incontro intimo con la propria partner, rischia di renderlo assolutamente triste e imbarazzante dal momento che, privo del giusto impulso eccitatorio, il cervello non è in grado di dare il là al fenomeno erettile e pertanto l’impulso sanguigno è insufficiente per rigonfiare l’asta del pene.

In contingenze simili, ossia di disfunzione cagionata da motivi psicologici, a nulla valgono i trattamenti farmacologici impostati sulla somministrazione di inibitori dell’enzima fosfodiesterasi PDE5: si tratta di vasodilatatori che non eliminano il problema alla base laddove sia psicologico, ma che risultano utili esclusivamente in quei soggetti, soprattutto più anziani, in cui quest’enzima inbisce il conseguimento dell’erezione.

L’azione del farmaco, che va assunto poco prima del rapporto intimo, tamponerà per qualche ora l’azione dell’enzima consentendo l’avvio del processo erettile.

Tra i nomi di pillole più famosi menzioniamo:

  • Citrato di Sildenafil (Viagra);
  • Tadalafil (Cialis);
  • Vardenafil (Levitra);
  • Avanafil (Spedra).

Questi medicinali non sono efficaci per la risoluzione del nostro disturbo perché:

  • Non provocano un’erezione meccanica;
  • Non migliorano il flusso di sangue verso il pene;
  • Sono più utili negli anziani con il disturbo descritto poc’anzi;
  • Non assicurano l’erezione, a maggior ragione se il soggetto è emotivamente agitato e teso;
  • Possono comportare controindicazioni ed effetti collaterali significativi sull’organismo umano;
  • Non sono cure reali, ma tamponi nei casi già menzionati che esulano dalla natura psicologica della disfunzione erettile;
  • Le pillole spacciate sul web senza prescrizione medica sono copie illegali delle originali, per cui non sono sottoposte a controlli medici rigorosi e spesso contengono sostanze tossiche non esplicitate in etichetta;
  • Possono instaurare un legame di dipendenza psicologica dell’uomo verso il farmaco, alimentando di fatto il problema di fondo.

La soluzione più sicura, nonché elettiva per la cura del disturbo erettile psicogeno, che consente di liberarsi dei blocchi mentali per raggiungere la regolare condizione di indurimento dell’asta del pene durante il rapporto sessuale è la psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Essa, attraverso il supporto dello specialista, consente di ristrutturare i meccanismi cognitivi disfunzionali, ovvero quei pensieri suddetti che destabilizzano il paziente nell’approccio alla sessualità, secondo la logica che mutando ciò che si pensa, si modifica la condotta che ne consegue.

In altre parole, sostituendo i blocchi psicologici che producono tensione e agitazione, ossia l’ansia da prestazione sessuale, con pensieri e stati emotivi positivi di serenità e di piacere, si acquisisce il giusto grado di eccitazione mentale, il cervello rilascia i suoi segnali, il sangue pulsa e viene inglobato nei corpi cavernosi e, infine, il pene raggiunge l’erezione corretta.

Durante le sedute, a tal proposito, vengono insegnate le tecniche e le strategie più utili per non commettere più gli errori cognitivi, di cui ne viene descritta la tipologia al fine di individuarli e correggerli con pensieri funzionali e consoni alla sessualità.

Appresi questi strumenti, il sesso con la propria partner ritornerà ad essere un momento di massima complicità, sereno e piacevole.


Si consiglia la visione dei seguenti video di approfondimento:

“Come mantenere l’erezione: ecco cosa fare!” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)


“Come mantenere l’erezione più a lungo: consigli e strategie” (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)


“Come mantenere l’erezione: Consigli per mantenere l’erezione (A cura del Dott. Pierpaolo Casto)

Data di pubblicazione: 05 April 2023

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